L’inizio dell’avventura
Erano gli anni del secondo dopoguerra, la radio, accanto a “Baciami piccina sulla bocca”, iniziava a trasmettere i ritmi sincopati dello swing e quelli scatenati del primo rock and roll. Su queste note frenetiche, appena quindicenne, un giovane si arruolava nella marina militare, con enorme entusiasmo, purtroppo smorzato, dopo soli quattro anni da problemi di salute.
Così, quel giovane si ritrovò a doversi reiventare nuovamente e non esitò a partire alla volta di una terra a lui sconosciuta: il Canada. Era poco più che un adolescente quando si imbarcò con una valigia piena di sogni, ma anche con una dolce amarezza nel cuore: lasciava la sua terra natale, la piccola cittadina di Scanno, cuore d’Abruzzo, e la ragazza che amava.
È così che ebbe inizio la lunga storia di Guglielmo e Nilde.
Era già trascorso qualche tempo e il giovane Guglielmo stava pian piano imparando ad adattarsi a quel paese e a quella lingua a lui totalmente estranei. Le giornate erano lunghe e tutte uguali: lavorava molto, moltissimo, ma questo lo aiutava a non pensare troppo, soprattutto alla lontananza da casa e da Nilde.
Un dì dalla sua mamma venne a sapere che a Scanno si vendevano dei terreni, gli sembrò l’occasione perfetta per tornare: avrebbe dato una svolta alla sua vita, ma soprattutto avrebbe sposato quella ragazza, che più speranzosa di una Penelope, attendeva che il suo Ulisse facesse ritorno.
Rientrato nel gioiello d’Abruzzo aprì un autonoleggio: sul finire degli anni ’50 l’autovettura era un bene di lusso, che ancora non si potevano permettere tutti, tant’è che a Scanno di macchine ve ne erano solo due. Quest’idea si rivelò ottimale, gli permise di aprire un negozio di generi alimentari e, di lì a poco, sul terreno acquistato mentre era in Canada, diede vita ad un campo di bocce.
Per il giovane Guglielmo era solo l’incipit di un futuro nel campo imprenditoriale.
L’Italia era in forte crescita, si respirava il clima del boom economico: erano gli anni della dolce vita, ma soprattutto era il periodo in cui gli italiani, dopo anni di disagio, riprendevano in mano la loro vita. La villeggiatura al mare o in montagna era diventata una moda, a Scanno giungevano intere schiere di turisti, pronti a farsi affascinare dalle bellezze del luogo. Fu tutto questo movimento a spingere Guglielmo e Nilde a fare qualcosa in più…
Da un campo di bocce ad un hotel
Instancabile e sempre pieno di motivazioni, Guglielmo decise di costruire una struttura accanto al campo di bocce, vi aprì una pizzeria, che ovviamente chiamò come la donna che amava e aveva accanto. La clientela c’era, ma ancora troppo circoscritta ai soli abitanti di Scanno.
Così, seppur con rammarico, poiché quel campo di bocce era il ritrovo e il punto di divertimento per molti, decise di chiuderlo. Aveva deciso di concentrarsi maggiormente sull’attività di ristorazione, quindi, la pizzeria divenne anche una vera propria trattoria con tanto di camere pronte ad ospitare turisti. Iniziava a delinearsi il sogno di Guglielmo, un angolo di benessere dove ospitare le persone che desideravano farsi ammaliare da Scanno.
Seppur con fatica e sacrifici, Guglielmo e Nilde, oramai genitori di tre figli, portarono l’affittacamere Nilde ad essere una pensione in piena regola. Mario, Franco ed Angelo furono anch’essi una risorsa per questa evoluzione, poiché sin da bambini si impegnarono nelle numerosissime mansioni che una struttura alberghiera può dare, sacrificando i fine settimana, e lavorando quando i loro amici, invece, si divertivano.
Ma, tra un bicchiere rotto e una camera da rifare, i tre fratelli, giorno dopo giorno, gratificarono non solo il lavoro svolto dai propri genitori, ma si fecero amare come pochi dalla fedele clientela.
Già, perché l’Hotel Nilde ancor oggi vanta una clientela decennale, che torna a Scanno non solo per le sorprese che i suoi luoghi può offrire, ma anche perché l’Hotel Nilde è per essa diventata una seconda casa. Probabilmente perché le pareti profumano di sacrificio, e perché da ogni angolo trasuda la storia di un uomo semplice, buono, che mattone dopo mattone ha realizzato un hotel dove prima esisteva solo un semplice terreno.
Il fatto che ci siano turisti che amino questo spirito familiare è lodevole, e nello stesso tempo normale, giacché viviamo in un mondo dove c’è troppo, ma senza un’anima, per cui genuinità e impegno vengono ancora premiati.
Ed allora, anche se Guglielmo, purtroppo, è venuto a mancare, Nilde è ancora lì che prepara il suo piatto preferito, come quando egli viveva in Canada, dove tutto ebbe inizio. Figli e nipoti, in memoria del nonno, affinché il frutto di anni di incessante lavoro non finisse per diventare vittima di un mercato stanco, hanno completamente ristrutturato l’hotel.
Il loro obiettivo, però, non è stato snaturare quanto Guglielmo e Nilde hanno creato, bensì, rendere più ospitale e comoda una “casa” per quei turisti che credono alle storie, ma soprattutto le persone di una volta: genuine, alla mano, che mettono sentimento in tutto ciò che fanno.
Ricordi sparsi di una lunga avventura.
-Rammento una notte in particolare: stavamo terminando di rivestire in legno le pareti di una camera con il legno. Ci animava l’ansia e la voglia di non deludere chi credeva in noi, poiché di lì a poco sarebbero giunti i primi clienti.
-Ero una sorta di factotum: manovale, carpentiere, imbianchino, cameriere, barista, ciò che occorreva ai miei genitori io diventavo.
-Per papà il sacrificio era normale, aveva una grande forza dì volontà, era un’inesauribile fonte di idee ed energie. La sua grandezza nasceva dalla sua semplicità, un uomo che dal nulla ha creato più di qualcosa, una grande storia che si intreccia con quella della nostra clientela. Una macro storia ancora da scrivere.
Questa è la storia dell’hotel Nilde, nato dall’ estenuante lavoro di un uomo, che dal nulla ha creato più di una struttura alberghiera, una grande storia, che profuma di vita vera, che si intreccia di continuo con le storie della nostra amata clientela. Insomma.. un infinito racconto ancora tutto da scrivere.